St Laurent d'Aigouze

Un po' di storia

La chiesa di Saint-Laurent a Saint-Laurent-d’Aigouze: custode della fede nel cuore della Camargue
Nel centro del pittoresco villaggio di Saint-Laurent-d’Aigouze, incastonato tra paludi, saline e pascoli camarghesi, sorge un'imponente chiesa che veglia sulla pianura da secoli: la chiesa di Saint-Laurent. Dedicata a un santo martire del III secolo, incarna la storia religiosa, sociale e agricola di una regione profondamente segnata dall'acqua, dalle tradizioni rurali e dalla fede popolare.

Un antico villaggio dalle radici medievali
Saint-Laurent-d’Aigouze, a lungo noto come Saint-Laurent-de-Carnols, compare negli archivi già nel X secolo. Situato ai margini della diocesi di Nîmes, il villaggio si sviluppò in una zona di confluenza tra il fiume Gard, gli stagni e le pianure della futura Camargue. Il sito, abitato fin dall'Antichità, fu riorganizzato nel Medioevo attorno a un castello con motta castrale e a un gruppo di insediamenti, dominati dalla prima chiesa parrocchiale.

L'edificio religioso che conosciamo oggi fu costruito tra la fine del XII e l'inizio del XIII secolo, in stile tardo romanico. È menzionato in diversi documenti ecclesiastici, in particolare quelli relativi all'arcivescovado di Narbona e, successivamente, a quello di Nîmes. La sua posizione nel cuore del villaggio, vicino all'antico cimitero e al mercato coperto, ne illustra il ruolo centrale nella vita della comunità.

Architettura: tra austerità romanica e potenza difensiva
La chiesa di San Lorenzo si distingue per la sua struttura massiccia, realizzata in pietra calcarea locale, con muri spessi, rare aperture e una pianta a croce latina. Il suo aspetto austero ricorda le chiese fortificate tipiche della Bassa Linguadoca, costruite in un'epoca in cui conflitti religiosi, incursioni e rivalità feudali erano frequenti.

Il campanile, quadrato e robusto, poteva fungere anche da torre di avvistamento o rifugio. Alcune fonti menzionano addirittura la presenza di feritoie ed elementi difensivi, oggi mancanti o modificati dai restauri. L'interno è costituito da un'unica navata voltata, fiancheggiata da cappelle laterali aggiunte nel corso dei secoli.

Il coro, sobriamente decorato, ospita un altare in pietra e un antico tabernacolo. Le cappelle ospitano diverse statue di santi popolari, tra cui San Lorenzo, San Rocco (protettore contro la peste) e la Vergine Maria, oggetti di forte devozione locale. La chiesa conserva anche numerosi ex voto, a testimonianza del legame tra religione e vita quotidiana.

Un luogo di fede radicato nella vita del paese
La chiesa è sempre stata il cuore spirituale e sociale del paese. Ospitava non solo le funzioni religiose, ma anche i principali eventi della vita: battesimi, matrimoni e funerali. Il suo sagrato e l'area circostante fungevano anche da luogo di ritrovo durante fiere, feste patronali e processioni.

La festa di San Lorenzo, celebrata il 10 agosto, prevede una messa solenne ed eventi tradizionali come l'abrivado, durante il quale i tori vengono condotti per le strade. Questa festa, che fonde sacro e profano, illustra il ruolo centrale della chiesa nella Camargue e nella cultura pastorale.

Trasformazioni nel corso dei secoli
La chiesa ha subito diversi restauri. Nel XVI secolo, subì parzialmente danni durante le guerre di religione. Importanti lavori furono intrapresi nel XVII e XVIII secolo, in particolare per rafforzare il tetto, aggiungere o ristrutturare cappelle e ricostruire il campanile.

Nel XIX secolo, come molte chiese rurali, subì un restauro "Viollet-le-Duc", volto a restituire all'edificio un aspetto medievale idealizzato. Furono installate nuove vetrate, alcune commissionate a laboratori artigianali regionali specializzati, raffiguranti scene della vita di Cristo, della Vergine o di San Lorenzo sulla graticola, basate sull'iconografia classica.

La chiesa è stata classificata o classificata come Monumento Storico (a seconda degli elementi conservati) nel corso del XX secolo, il che ha reso possibili nuovi sforzi di conservazione.

Un patrimonio vivo nel cuore della Camargue
Oggi, la chiesa di Saint-Laurent rimane un luogo di culto attivo, affiliato alla diocesi di Nîmes. Ospita messe, matrimoni, funerali ed eventi liturgici, oltre a concerti ed eventi culturali. La sua acustica naturale e l'atmosfera reverente la rendono una meta popolare per i visitatori.

È anche una tappa spirituale e culturale per coloro che esplorano i sentieri della Camargue alla ricerca di autenticità. Con le sue spesse mura, le sue pietre consumate dal tempo e il suo campanile che domina la pianura, incarna la persistenza di una fede popolare, radicata nella terra, nel lavoro, nelle stagioni e nelle tradizioni del delta.

La chiesa di Saint-Laurent non è solo un monumento: è la memoria di un intero villaggio, una testimonianza discreta ma solida di una Camargue eterna, un misto di fervore, umiltà e storia.


Le 14 mars 1864, arrive, dans une charrette fleurie, la première pierre de la future église.

Les discussions et recherches de fonds pour acquérir le sol et construire une nouvelle église bien meublée sont très longues, mais menées à bien notamment grâce à l'abbé Lempereur.

Roland Lempereur est le curé qui a fait rebâtir l’église dans laquelle il est inhumé. Naît à Beaucaire en 1817, est ordonné prêtre en 1840 par Mgr Cart, devient vicaire d’Aimargues en 1841, secrétaire général de l’évêché en 1850, curé d’Aimargues en 1853 ; il y est mort le 29 septembre 1888. Dès son arrivée comme curé, il fait adopter à l'unanimité la décision de reconstruire l'église et lance une souscription.

L'arrivée d'Artimidora

L'arrivée d'Artimidora, ardemment souhaitée par le curé, crée des frais imprévus : registre de délibérations de la fabrique au 21 mai 1861. Annonce du curé.

Mgr l’évêque [Mgr Plantier] s’étant rendu à ses instances et à ses prières, confiées à la fidèle affection [..] de M. l’Abbé Veissière, compagnon de pèlerinage de Mgr à Rome, a obtenu pour en faire don à l’église paroissiale d’Aimargues du corps d’une sainte martyre de nom propre Artimidora.

A cette faveur purement gratuite, sa Grandeur a daigné joindre une nouvelle. Elle se propose d’en faire la translation solennelle à Aimargues. Il s’attend à 3000 francs de dépenses pour cette importante fête et propose de les avancer à la fabrique. Ces restes ont été découverts le 26 avril 1854 dans les catacombes de Saint-Callixte. Près de sa tête, se trouvait le vase qui contenait son sang ; elle est identifiée par l'inscription Artimidora, in pace.


Le tout est dans une châsse achetée en 1868 (journal du trésorier, arch. dioc.). La translation s'est faite en juin 1865, en même temps que la pose de la première pierre.
Parmi les bienfaiteurs principaux de cette église, il faut nommer Madame de Cray, née de Saint-Germain.

La consécration de l'église

La consécration de l'église est du 12 octobre 1879 (cf. Semaine religieuse).

La devise d'Aimargues, visible en de nombreux endroits est d'azur à la rivière d'argent, ombrée d'azur, sur laquelle est une croix flottant à dextre de sable ; l'inscription d'accompagnement est fluctuat nec mergitur.

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